Otranto, Cattedrale di Santa Maria Annuzniata © MAURO PALANO
Un pò di giorni fa si è festeggiato il Primo maggio, la Festa del lavoro.
Dopo la mattinata trascorsa a prenderci cura degli ospiti della Tenuta, abbiamo pranzato in famiglia per poi uscire a fare un giro nei dintorni…ovviamente con la mia fidata reflex. Quel pomeriggio c’era un tiepido sole che è stato sufficiente a innescare l’esodo di noi salentini verso il mare per trascorrere una giornata a chiacchierare, ascoltare buona musica e godere di un paesaggio mozzafiato, respirando l’aria frizzante della costa.
Insieme ad alcuni amici ci siamo diretti ad Otranto, la perla dell’Adriatico: il progetto iniziale era quello di bere un buon drink in riva al mare, ma arrivati nella cittadina dei Martiri, abbiamo optato per un giro nel borgo. Giunti dinanzi all’ingresso della città vecchia ci siamo inoltrati nelle viuzze antiche e abbiamo visitato la bellissima e suggestiva Cattedrale di Santa Maria Annunziata.
La Chiesa è molto particolare, anche per il luogo sul quale è stata edificata: le fondamenta sono rappresentate dalla fusione dei resti di un villaggio messapico, di una domus romana e di un tempio paleocristiano. La sua costruzione risale al 1068 ed è una sintesi di stili architettonici, dal medievale al barocco. Ma ciò che colpisce lo sguardo dei visitatori è soprattutto il rosone circolare, aggiunto dopo le invasioni turche del 1480 e formato da 16 raggi che ricalcano i canoni dello stile gotico-arabo.
Il vero tesoro della Cattedrale si nasconde all’interno e si rivela subito, varcando il portone e ponendo gli occhi verso il basso, sul grande mosaico che ne ricopre il pavimento. Questa straordinaria bellezza artistica è considerata il mosaico più grande d’Europa e fu commissionato dall’arcivescovo Gionata tra il 1163 ed il 1165. Tra il gruppo di artisti che vi lavorò spunta il nome di Pantaleone, la cui firma è posta sull’opera. La scena illustra l’Albero della Vita, affiancato da rappresentazioni bibliche, leggende medievali e tappe dell’esistenza umana che vanno dal peccato originale alla salvezza.
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Sulla navata destra si trova l’altra preziosità della Cattedrale: la Cappella dei Martiri, ricostruita nel 1711 e contenente i resti degli 800 cristiani uccisi il 14 agosto del 1480 dai Turchi sul Colle della Minerva per non aver abiurato la loro fede. Le ossa sono conservate in sette grandi teche di legno, mentre l’imponente altare di marmo incorpora il sasso sul quale, secondo la leggenda, sono stati decapitati i martiri.
Ma l’interno della Cattedrale nasconde un altro tesoro: la cripta risalente all’XI secolo, miniatura della Moschea di Cordova. La cappella sotterranea, straordinaria per la luce bianca e brillante che emana, è caratterizzata da tre absidi semicircolari e dalla presenza di ben 48 campate intervallate da oltre settanta colonne, semi-colonne e pilastri.
Una volta terminata la visita alla Cattedrale, abbiamo continuato il nostro giro all’interno delle piccole vie di Otranto, che pullulavano di gente grata di respirare quest’aria di misticismo, arte e cultura tutta mediterranea.