Renata Fonte e Porto Selvaggio: storia di una donna e del Suo coraggio

 

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Porto Selvaggio, la Baia  e la Torre dell’Alto  © MAURO PALANO

Ieri sera è andata in onda su Canale 5 la fiction Renata Fonte – Una donna contro tutti, che ha per protagonista una donna straordinaria, una donna che ha sacrificato la propria vita per difendere il suo territorio.

Renata Fonte è stata uccisa il 31 marzo del 1984 da due sicari mentre ritornava a casa. A lei, purtroppo, spetta il triste primato di essere stato il primo vero delitto di mafia consumato nel Salento.

Ma perché Vi sto parlando di Lei? Per dirle Grazie. Grazie per la sua storia di sacrificio e amore verso un posto meraviglioso, la marina di Porto Selvaggio, nel comune di Nardò,  che – mi vergogno ad ammetterlo – fino a poco tempo fa non conoscevo pur abitando a pochi km.

Soltanto due anni fa, spinto dalla voglia di vedere questo luogo ormai così rinomato, ho preso parte a un’escursione che mi avrebbe permesso di conoscerlo finalmente.

Era il 5 dicembre del 2015, una domenica dal clima quasi primaverile. C’era il sole nascosto ogni tanto da nuvole che creavano bellissimi giochi di luce.

Abbiamo iniziato la passeggiata scalando la roccia che dalla litoranea portava sul costone allontanandoci pian piano  dalla Torre di Santa Maria dell’Alto. Dinanzi a me si sono aperti scorci bellissimi, da togliere il fiato. Non c’era nulla attorno a noi: soltanto il mare da un lato e la natura incontaminata della macchia mediterraneadall’altro. Dopo la pausa pranzo abbiamo ripreso il cammino verso Torre Uluzzo, che prende il nome dal termine dialettale con cui viene indicata la pianta che ricopre la zona, una specie di cipolla selvatica. Prima, però, ci siamo fermati presso la Grotta del Cavallo, dove sono stati ritrovati resti umani che recenti studi hanno attribuito all’Homo Sapiens più antico d’Europa, risalente a 45 mila anni fa.

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Circa a metà percorso, abbiamo raggiunto il  punto panoramico di Porto Selvaggio, dove ci aspettava una delle due figlie di Renata Fonte, la quale ci ha parlato con dolcezza del coraggio di sua madre durante l’assessorato al turismo nel Comune di Nardò. Grazie alla sua determinazione, Renata si è opposta con tutte le sue forze alla costruzione di un resort sulla costa che avrebbe rovinato per sempre la fragile bellezza del posto, ragion per cui, con molta probabilità, è stata freddamente assassinata. Ci ha raccontato i terribili momenti vissuti da lei, dalla sorella e da tutta la famiglia, in seguito all’uccisione della giovane madre, e del duro lavoro che porta avanti per tenere viva la sua memoria, il suo sacrificio, in nome della necessità di educare tutti noi a una coscienza veramente civile. Spinto dalla stessa consapevolezza, mi sono ritrovato oggi a sentire il bisogno di andare a cercare i vecchi scatti della mia passeggiata a Porto Selvaggio. Rivedendo le foto di quel luogo incantato, ho avvertito ancora più intensamente il dovere  di dire grazie a Renata Fonte, alla sua lungimiranza,  alla sua bontà e alla sua forza.

Se è vero che ogni posto ha un’anima, Porto Selvaggio ha quella di Renata Fonte, un’anima immensa e coraggiosa che ha lottato in nome della bellezza per sé e per tutti noi, anche a costo della vita.

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4 Responses

  1. Sono venuta a conoscenza di questa storia per caso. Dovremmo prendere esempio da queste persone che con coraggio hanno contrastato il malaffare pagando con la vita, facendo sentire la voce di noi cittadini.

  2. Una donna coraggiosa,impegnata su tutti i fronti della legalità.grazie per quello che hai fatto

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